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6 giugno
- 09 Giugno 2017
Signor direttore,
è vero, la corruzione della classe politica è la più odiosa ed esecrabile perché istituzionalmente, essa rappresenta gli ideali e i progetti di società che ai cittadini sono proposti e che i cittadini accettano e avallano con il loro voto e pertanto questa corruzione, oltre che un reato, è un tradimento delle promesse e della fiducia accordata.
Certamente però la corruzione non è caratteristica peculiare della sola casta politica, ma alligna e prospera nel tessuto sociale ad ogni livello e in ogni situazione che si presti alla sua espressione e la politica, come si sa è solo lo specchio della società che rappresenta.
Se un rappresentante di commercio vuole vendere prodotti o impianti in una azienda, quasi sempre, oltre a presentare nella luce migliore quello che vuole vendere al titolare o al direttore agli acquisti, dovrà pagare una tangente al direttore tecnico che per questo ne appoggerà la validità sul piano operativo della produzione. Se una casa farmaceutica vuole promuovere una nuova medicina, il propagandista scientifico offrirà al medico che visita premi, viaggi e benefici vari.
I passati scandali delle cliniche private e non solo nel meridione, ma anche nella civilissima Milano (S. Rita, Ospedale Maggiore e il San Raffaele...) dimostrano che più l’affare è grasso, come nella sanità, e più la corruzione invade e domina.
Molti concorsi, pubblici e privati, seguono la logica delle raccomandazioni di chi è in grado di offrire a sua volta, in cambio del favore ricevuto, vantaggi economici o di carriera. E cosa sono se non corruzione la megagalattica evasione fiscale, l’abusivismo edilizio, il lavoro nero?
Si potrebbe continuare all’infinito, ma crediamo che ciascun lettore sia incappato, direttamente o indirettamente, in episodi analoghi di quotidiana corruzione e che quindi siano tutti d’accordo nel riconoscere che in Italia la mala pianta della corruzione ha radici profonde ed estese in tutta la società!
Si potrebbe, a questo punto, fare un discorso sulla decadenza dei valori e sulle cause che l’hanno determinata, come la vittoria, nell’ultima guerra, dell’oro contro il sangue con il conseguente dilagare, senza più freni e in progressione geometrica, del principio del ‘profitto ad ogni costo’, senza limiti e senza correttivi e se non lo facciamo qui non è perché non lo riteniamo importante, ma perché riteniamo che, purtroppo, un discorso di natura etica, stante la generale indifferenza a questo tema, sarebbe inascoltata dai più!
Riteniamo invece più opportuno un discorso sulle conseguenze pratiche negative che una corruzione così diffusa porta inevitabilmente nella società provocando danni, pesi e disfunzioni che possono finire per soffocare l’economia.
Perché tutte le tangenti pagate al tecnico dell’azienda, al medico, al funzionario che concede le licenze, alla guardia di finanza per evitare una ispezione troppo severa, all’impiegato pubblico per sollecitare una pratica, al direttore di una Asl per vendere delle protesi mediche sono alla fine dei conti degli aggravi che producono un notevole aumento dei costi e quindi dei prezzi che ciascuno di noi dovrà pagare! (...)
Ed allora le conseguenze della corruzione dilagante sia nel pubblico tramite la casta politica che nel privato, sono principalmente due. La prima è un prezzo di parecchio superiore al dovuto che ogni cittadino deve pagare a causa delle tangenti diminuendo così il potere di acquisto del suo salario e il secondo è l’aumento del deficit dello Stato. (...)
Ecco due validissimi motivi per fare un giro di boa e pretendere, con leggi e controlli sia nel pubblico che nel privato di evitare il dilagare continuo della corruzione! Ne saremo capaci?
Alessandro Mezzano
(Cremona)
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